il video-racconto dell’evento del 25 ottobre 2025 dedicato alla “Biodiversità nel piatto”
Ecco un’altra versione, chiara e fluida: Il video-racconto che potrete accedendo al link riportato qui sotto è l’estratto di una.
Ecco un’altra versione, chiara e fluida: Il video-racconto che potrete accedendo al link riportato qui sotto è l’estratto di una.
Vi segnalo con particolare enfasi la mostra “Mario Rigoni Stern: Ecologia, impegno civile e cura dei luoghi”, allestita presso Palazzo.
https://www.murgiatime.it/murgia/index.php?option=com_content&view=article&id=21338:biodiversita-nel-piatto-proprieta-e-benefici-di-essenze-selvatiche-nella https://www.affaritaliani.it/puglia/gravina-in-puglia-biodiversita-nel-piatto-essenze-selvatiche-nella-dieta-989372.html
Il 23 ottobre 2025 alle ore 10.45, presso il Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura, la sig.ra Rossella Antezza ha presentato alla commissione esaminatrice la sua tesi dedicata alla Masseria Recupa di Scardinale
Il sesto quaderno della Recupa vuole sintetizzare l’incontro sulla “Resistenza: dalle lotte partigiane alle sfide di oggi” che ha restituito.
Sabato 25 ottobre 2025, ore 10.30 – Masseria Recupa di Scardinale, Gravina in Puglia (www.larecupa.it) Prosegue anche nel 2025 il.
La memoria della Resistenza in Italia è stata a lungo raccontata solo dal punto di vista del Nord, dimenticando il ruolo del Mezzogiorno. In un recente incontro, storici e amministratori hanno ricordato come la Puglia, dopo l’8 settembre 1943, sia stata rifugio per profughi e terreno di una “resistenza senza armi”. Molti meridionali parteciparono attivamente alla lotta partigiana, dagli scioperi operai ai GAP nelle città. Particolarmente toccante la storia di Vito Antonio La Fratta, operaio di Spinazzola emigrato a Milano: padre della piccola Matilde, scelse la clandestinità nei GAP, fu arrestato e ucciso dai fascisti, mentre la moglie venne deportata. Matilde, bambina, restò sola in una città in guerra. Una vicenda che mostra come la Resistenza abbia attraversato le vite delle famiglie, non solo dei combattenti. Dal passato il discorso si è spostato all’oggi: il caporalato nelle campagne pugliesi è stato descritto come una nuova forma di sfruttamento che richiama i valori della Resistenza, perché riguarda dignità, diritti e libertà. La rete “Recovery Sud” ha dimostrato come i comuni meridionali possano unirsi per chiedere più equità, trasformando il Sud da “trainato” a possibile “traino” del Paese. Resistere oggi, è stato detto, significa combattere disuguaglianze e mafie, ma anche proporre dal Sud un modello di futuro fondato su giustizia sociale e coesione. Un messaggio che vale per tutti, non solo per chi vive al Sud.
La presentazione del volume “Storia dell’Urbs Gravina” di Fedele Raguso e Marisa D’Agostino, moderata dalla prof.ssa Anna Gervasio, ha messo in luce il ruolo di Gravina come crocevia di culture e snodo centrale della storia pugliese. Dalla toponomastica antica al periodo federiciano, fino al Novecento, il percorso storico si intreccia con il tema della formazione e con la necessità di trasmettere alle nuove generazioni una conoscenza critica del passato. Ampio spazio è stato dedicato al patrimonio monumentale e archeologico, risorsa che va valorizzata anche in chiave contemporanea, tra il recupero del titolo di città e la candidatura a Capitale della Cultura 2028. Il messaggio emerso è chiaro: la storia di Gravina non è solo memoria, ma strumento per costruire futuro, identità e sviluppo condiviso.
Alla Masseria Recupa un incontro tra scrittori e giornalista per rileggere la Resistenza come memoria viva, legata oggi a diritti, giustizia sociale, ambiente e partecipazione democratica.